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IL PROGETTO

Oltre 100 studenti di 6 Istituti scolastici secondari di secondo grado dell’Orvietano hanno partecipato, nell’anno scolastico 2024/2025, a un laboratorio immersivo interamente dedicato al suolo come motore di sviluppo sostenibile. L’attività è stata promossa nell’ambito dell’azione pilota Soil reGeneration – iniziativa territoriale coordinata dal Comune di Allerona, capofila della Green Community Umbria Etrusca, in partenariato con FELCOS Umbria, l’Ecomuseo del Paesaggio Orvietano, e con il contributo scientifico di CNR-IRET e ARPA Umbria, all’interno del progetto europeo HuMUS – Healthy Municipal Soils (HORIZON Europe).

Tema centrale dell’azione è la rigenerazione e conservazione del suolo quale principale mezzo per la qualità ecologica e sociale del territorio, con un’attenzione particolare alle aree rurali e collinari del sud-ovest orvietano, territori marginali, con tassi di spopolamento crescente, invecchiamento demografico ma con un’elevata qualità ambientale e paesaggistica che rischia di essere perduta. Il percorso, basato su una metodologia di ricerca-azione partecipata, ha coinvolto enti pubblici, centri di ricerca, imprese agricole, scuole e cittadini, riconoscendo un ruolo centrale alle giovani generazioni come protagoniste della costruzione di visioni condivise per il futuro.

Attraverso strumenti come le Fuzzy Cognitive Maps (FCMs), la Mappa di Comunità del Suolo e l’analisi SWOT partecipata, il progetto ha generato conoscenza collettiva e alleanze locali, orientate a valorizzare il suolo come bene comune, matrice ambientale e patrimonio culturale, nonché leva per lo sviluppo di una bioeconomia sostenibile.

Un legame invisibile ma vitale

Che cosa significa elaborare mappe di comunità del Suolo? Significa osservare e interpretare il paesaggio e il territorio insieme a chi lo vive analizzandone gli elementi caratterizzanti di identità e di valore connessi al suolo, comprendere il ruolo che ha avuto e che ha il suolo nella vita delle persone e condividere idee e visioni per il futuro.

Nel boot camp “Insieme per il suolo”, organizzato a Orvieto con il patrocinio del Comune, le studentesse e gli studenti sono stati protagonisti di un percorso di esplorazione territoriale e rappresentazione collettiva, volto a restituire al suolo la sua centralità nel benessere delle comunità e nella costruzione di un’identità  condivisa.

Sotto la guida dei docenti e dell’équipe dell’Ecomuseo del Paesaggio Orvietano, i giovani hanno condotto un’indagine conoscitiva esplorativa, attraverso questionari semi-strutturati e video-interviste rivolte alle comunità locali. L’obiettivo: raccogliere percezioni, mutamenti e immaginari legati al suolo, lungo la traiettoria temporale di passato, presente e futuro. Un lavoro che ha contribuito alla formazione e il consolidamento di conoscenze basate su competenze e saperi locali e memorie intergenerazionali.

La narrazione visiva del suolo

La ricerca ha previsto anche la sperimentazione di linguaggi visivi, attraverso l’utilizzo dell’immagine per rappresentare il suolo non solo nella sua dimensione fisica, ma anche sociale, economica e culturale. Un’indagine per immagini che ha messo in evidenza non solo ciò che si trova sopra e sotto il suolo, ma anche le sue molteplici relazioni con le comunità.

I cammini interpretativi

Il percorso si è arricchito infine di tre cammini interpretativi, veri e propri attraversamenti narrativi nel territorio, durante i quali gli studenti hanno potuto esplorare direttamente i luoghi, documentando le proprie osservazioni e riflessioni:

https://www.relive.com/it/view/vPv4ZZrneR6

​https://www.relive.com/it/view/vdvm42XXZxq

https://www.relive.com/it/view/vJOKzN3w5wv

Questi cammini hanno rappresentato momenti chiave per la comprensione integrata del paesaggio, mettendo in relazione la dimensione ecologica, sociale e culturale del suolo.

“Soil reGeneration” è azione pilota sostenuta dal progetto europeo HuMUS – Healthy Municipal Soils (HORIZON Europe, progetto n. 101091050) attraverso un sub-grant di ANCI Toscana. Finanziato dall’Unione Europea. Le opinioni espresse sono tuttavia esclusivamente degli autori e non riflettono necessariamente quelle dell’Unione Europea o dell’Agenzia esecutiva per la ricerca (REA). Né l’Unione Europea né l’autorità di finanziamento possono essere ritenute responsabili.

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