Da quella giornata ho iniziato a camminare diversamente. Ogni passo è un promemoria: sotto di me c’è un mondo che lavora in silenzio per tutti noi. Proteggere il suolo significa
proteggere il nostro futuro.
Non avevo mai pensato davvero al suolo. Lo calpestiamo ogni giorno, senza chiederci cosa succedesse sotto i nostri piedi. Poi, grazie al progetto Soil reGeneration, qualcosa è cambiato. Ho iniziato a guardare la terra come un organismo vivo, pieno di connessioni invisibili e fondamentali per la nostra vita.

Durante un laboratorio sul campo, abbiamo raccolto campioni di terreno e osservato quanta vita ci fosse dentro. Mille creature minuscole, invisibili a occhio nudo, che lavorano ogni
giorno per mantenere fertile il suolo. Mi ha colpito come un terreno sano possa trattenere acqua, filtrare sostanze e contribuire a combattere il cambiamento climatico. Ma anche
quanto sia fragile, se maltrattato da cementificazione e pesticidi.
Parlando con un agricoltore locale, ho scoperto che rigenerare il suolo è possibile: bastano piccoli gesti, come coltivare senza arature profonde o lasciare le radici nel terreno. È un
modo di prendersi cura della terra che parte dal rispetto e dall’ascolto.
Da quella giornata ho iniziato a camminare diversamente. Ogni passo è un promemoria: sotto di me c’è un mondo che lavora in silenzio per tutti noi. Proteggere il suolo significa
proteggere il nostro futuro.
di Sofia Biffarino e Aurora Ficoroni

